Negli ultimi dieci anni, complice anche il ritardo accumulato precedentemente con i maggiori paesi industrializzati occidentali, in Italia si è assistito ad un vero e proprio boom della digitalizzazione del nostro paese. D’altro canto, Internet ha sensibilmente migliorato la vita di ogni singolo individuo, regalando comfort e benessere. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di video-dialogare con parenti o amici lontani: in tal senso, la rete telematica ha ridotto sensibilmente le distanze.
Internet, inoltre, ha aumentato sensibilmente la possibilità di reperire informazioni. Ed in alcuni campi, ha consentito ad ogni persona di migliorare la propria cultura personale. Tra le tante sfaccettature della rete telematica, però, esiste anche il divertimento. Ed alcuni portali, come – ad esempio – casinoonlineaams.com, rappresentano un porto sicuro per rilassarsi con i giochi più famosi in tutta sicurezza, grazie al riconoscimento ottenuto direttamente dal Monopoli di Stato.
Digitalizzazione in Italia: le differenze tra Nord e Sud dello Stivale
Come si sia evoluta la digitalizzazione in Italia, lo si può riscontrare coi numeri. Se dieci anni fa solo una famiglia su due disponeva di una connessione ad Internet, oggi il numero è salito a tre nuclei su quattro. Dati che testimoniano come il trend sia sempre in costante ascesa, anche se più del 20% delle famiglie italiane non dispone, a tutt’oggi, di una connessione internet.
L’incremento dell’utilizzo di Internet è stato piuttosto omogeneo a livello regionale, anche se restano sensibili alcune differenze. Ad esempio, in Trentino Alto-Adige sono connesse l’83% delle famiglie, mentre in Calabria lo sono poco più del 65%. La differenza tra nord e sud, quindi, è piuttosto sensibile. E l’esempio poc’anzi citato, potrebbe essere solo il primo di una lunga serie.
Tuttavia, nel 2019, alcune regioni del Nord, dopo anni di costante crescita, hanno fatto registrare delle piccole flessioni. In Lombardia, ad esempio, si è passati dal 79,5% al 79,00%, mentre in Piemonte si è scesi, addirittura, di un punto percentuale (da 74,5 a 73,5%). Dati che, secondo alcuni esperti, sono da interpretare in chiave positiva: in molte zone di queste regioni, infatti, è possibile sfruttare dei punti di accesso internet gratuiti, che evitano all’utente, conseguentemente, di doversi sobbarcare il costo dell’abbonamento domestico.
Grado di istruzione e fasce d’età degli italiani “digitalizzati”
Un altro dato molto interessante, riguarda la digitalizzazione dello Stivale suddiviso per fasce d’età. Quella che registra la percentuale più alta (89%), com’era facilmente prevedibile, va dai 25 ai 44 anni: uno su dieci, però, dichiara di non ricorrere mai all’utilizzo di Internet. Rispetto a dieci anni fa, la fascia che ha fatto registrare il balzo maggiore in termini assoluti è quella compresa tra i 45 e 64 anni, passata dal 43% del 2010 all’attuale 78%. Negli over 65, invece, la percentuale di digitalizzazione arriva al 28%: poco in termini assoluti, ma molto più elevata del misero 7% del 2010.
L’indagine demoscopica, poi, si sofferma sul grado di istruzione delle persone che si dichiarano “digitalizzate”. I laureati dichiarano, nel 92% dei casi (+10% rispetto ad un decennio fa) di utilizzare internet, percentuale che si attesta all’85% dei casi (+15%), invece, tra i diplomati. L’aumento più sensibile, però, si registra tra coloro che hanno conseguito la licenza media inferiore, passati dal 43% di dieci anni fa all’attuale 70%, riducendo considerevolmente il gap con i diplomati.
Cambia, decisamente, anche il canale d’accesso col quale le persone, specie i più giovani, accedono ad Internet. Se fino allo scorso decennio la facevano da padrone pc e tablet, oggi, soprattutto nella fascia d’età fino ai 35 anni, la fa letteralmente da padrone lo smartphone. Gli over 45, però, sembrano ancora ancorati al passato: buona parte di essi, infatti, dichiara di accedere alla grande rete telematica ancora mediante pc o tablet.